Quante volte vi è capitato di vedere qualcosa in un film e pensare: lo voglio! A me personalmente qualche volta è successo, ma avevo sempre la sfortuna di desiderare cose davvero difficili da riprodurre, tipo macchine del tempo o roba simile. Una volta però sono riuscito ad esaudire il desiderio di un mio affezionato cliente e devo dire che è stato una vera soddisfazione. Lui è il padrone di un hotel qui in centro, “l’hotel degli artisti”, già il nome è tutto un programma,un posto molto elegante, con arredamento in stile classico, davvero bello. Un giorno si presentò da me con l’immagine di un divano in mano, la mise sulla mia scrivania e mi disse: “vorrei questo divano, me lo puoi fare?”. Io detti uno sguardo alla foto e subito gli risposi che non c’era alcun problema, d’altro canto creare è il mio lavoro e finché non mi porteranno la foto di una macchina del tempo risponderò di si a chiunque. La curiosità però è umana, così gli chiesi dove aveva visto quel divano e capiì che non si trattava di un divano qualunque, non lo aveva visto in un altro albergo o in una casa di un amico, lo aveva visto nel film “The tourist”, e forse anche complice la bella Angelina Jolie se ne era innamorato. Lo voleva nella hall del suo albergo, tale e quale, stessa linea, stessa stoffa, era deciso.
Iniziò così un lavoro lungo e stimolante, per prima cosa con la mia squadra guardammo il film e poi iniziammo a gettare sul foglio degli schizzi, cercando di produrre un progetto da cui partire. Il nostro cliente viveva in Argentina, dunque gli spedivamo le nostre bozze e lui ci dava le correzioni da eseguire. Lavorando insieme arrivammo al progetto definitivo, che passò poi nelle mani del falegname e del tappezziere. Il primo, anche detto “fustarolo”, creò appunto il fusto, lo scheletro del divano, mentre il tappezziere lo imbottì, operando la così detta “messa in bianco”. Infine non restò altro da fare che rivestirlo con la nostra stoffa, un classico velluto rosso, ed il gioco era fatto.
Fu davvero un bel lavoro, vedere la faccia del mio cliente quando lo ebbe davanti a sé fu una soddisfazione unica, di quelle che vale la pena raccontare.
Spero che questa storia vi sia piaciuta, se non lo ha fatto consolatevi pensando che almeno avete imparato come si fa un divano e siete venuti a conoscenza della poetica figura del “fustarolo”.
Vi saluto, dandovi appuntamento al prossimo racconto e ricordate che se avete qualche desiderio da esaudire, noi di “Lisio Roma” non vediamo l’ ora di rimetterci all’opera!